Recensione Euphoria

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La serie di cui vi parlo questa settimana è Euphoria, serie evento del canale HBO, basata sull’omonima minserie israeliana. La prima stagione è composta da 8 episodi di un’oretta circa. Nonostante non sia il mio genere e di solito mi tenga abbastanza lontano dalle serie teen drama ho deciso comunque di guardarla per il grande impatto che ha avuto sui social e poi perché mi è stata molto consigliata “è la serie dell’anno”.

La protagonista è Zendaya, attrice stella di Disney Channel poi approdata sul grande schermo con The Greatest Showman e Spiderman Homecoming.

La storia ruota principalmente intorno alla protagonista Rue a cui sin da piccola viene diagnosticato il disturbo ossessivo, soffre di depressione e questo l’ha avvicinata all’uso delle droghe da cui è poi diventata dipendente. Nel primo episodio la vediamo mentre esce dalla riabilitazione dopo essere quasi morta di overdose e nemmeno 3 giorni dopo ricomincia a fare uso di droghe. Lei è alla continua ricerca del momento di pace e euforia che raggiunge quando è sotto l’effetto delle droghe, così per non dover sentire tutto quello che la depressione le farebbe invece sentire. Smette anche di prendere le sue medicine perché pensa di poter stare bene anche senza.

La protagonista principale è lei, ma durante il corso della stagione in ogni puntata c’è un focus su un altro personaggio specifico, uno per ogni episodio, per capire cosa lo abbia portato a diventare la persona che è e il perché abbia certi comportamenti. Per esempio c’è Nate, il quarterback che ha problemi di gestione della rabbia, ha una relazione tossica con una ragazza che cerca a ogni costo di controllare e ha problemi irrisolti verso il padre, di cui è l’unico a conoscere un oscuro e illegale segreto, scoperto per caso da bambino. Poi c’è Katherine che non è popolare, non è magra ed è ancora vergine, tutto questo la spinge ad essere molto insicura e nel corso degli episodi esplorerà la sua autostima e la sua sessualità senza più curarsi del giudizio degli altri.

Un altro personaggio molto importante è Jules, ragazza transgender da poco arrivata in città che subito legherà con la protagonista. Anche Jules nasconde dei segreti: come conduce la sua vita sessuale e i disturbi depressivi che ha avuto in passato.

Questi sono solo alcuni dei protagonisti le cui vite esaminiamo da vicino, togliendo strato per strato l’apparenza e il filtro con cui si presentano alla società. Con questa analisi la serie esegue una critica completa di come vengano educati gli adolescenti nella società moderna, in particolare quella statunitense. Con internet che entra prepotentemente a distruggere la fragile stabilità mentale che si ha durante l’adolescenza con un’educazione sessuale quasi solo proveniente da video porno che hanno ovviamente una concezione tossica e abusiva di un rapporto, il bullismo nei licei, il costante rischio di revenge porn e slut shaming a cui sono sottoposte le ragazze per via dei sempre presenti smartphone. A questo si aggiungono spesso genitori poco presenti, o con problemi che non gli consentono di controllare l’educazione dei figli o che anche hanno atteggiamenti tossici e gravemente dannosi. Questo spinge i figli a emularli in comportamenti violenti o che vengono sottoposti a costante pressione per un futuro ideale nell’immaginario sociale in cui i ragazzi/e devono per forza eccellere e superare gli altri per arrivare, società in cui apparenza e competizione scavalcano una crescita equilibrata.

Tutti questi temi ruotano intorno alla vita di Rue che invece ci descrive senza fronzoli come sia una dipendenza e che cosa comporti per lei e per la sua famiglia, i comportamenti a cui si spinge per continuare a drogarsi mentendo alla sua famiglia, perché la droga diventa il suo unico obiettivo e gli altri sono solo d’intralcio. In più abbiamo anche una dettagliata rappresentazione di come sia veramente la depressione, senza stemperare gli aspetti peggiori. 

Ogni personaggio è molto complesso e ha diverse sfaccettature che rendono difficile decidere sin da subito se ti piaccia oppure no. Ognuno ha i suoi lati oscuri e alcuni sono più tossici di altri, la serie è molto esplicita su tutto quello che tratta e rappresenta graficamente i problemi degli adolescenti con scene forti su abuso di droga, sesso, violenza, violenza sessuale, crisi depressive, relazioni tossiche e violente fino a raggiungere la questione del consenso e della pedofilia. Una cosa che non mi è molto piaciuta è stato il finale di stagione, perché a mio parere ha lasciato fin troppe questioni in sospeso, senza essere un vero e proprio finale.

È una serie molto ben realizzata, scritta e interpretata, non adatta a spettatori particolarmente sensibili proprio per le scene molto forti.

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Pubblicato da Marisa

fangirl a tempo pieno, adora passare il tempo a leggere libri interessanti (meglio ancora se stanno per diventare film, così da disturbare gli altri spettatori con la tipica frase "però nel libro.."), guardare serie tv che risucchino completamente la vita sociale, guardare film al cinema ogni volta che riesce, disegnare e dipingere imbrattando le sue t-shirt nerd preferite (mannaggia) e passa le domeniche a preparare argomenti per i suoi podcast multifandom (le recensioni yeee)